Bioenergetica

La terapia bioenergetica è un metodo che combina terapia corporea e psicoterapia verbale.

Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un'unità.

Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.

Con questo tipo di lavoro, che integra corpo e mente, le persone possono affrontare i propri disagi emotivi e realizzare in misura più ampia il proprio potenziale. Corpo e mente sono la stessa cosa, ciò che accade nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa.

Il corpo è la sede delle emozioni e delle sensazioni che entrano in rapporto diretto ed immediato con la realtà, senza pretesa di controllarla.

La Bioenergetica fa uso del corpo in terapia con lo scopo di rilasciare le tensioni accumulate e bloccate. Quando un conflitto o una sofferenza psichica colpisce la mente, colpisce anche il corpo che si contrae, rimpicciolisce e riduce la muscolatura, crea dei blocchi, manifesta sfoghi o reazioni, talvolta si accartoccia su sé stesso e si irrigidisce creando posture difensive che impediscono il normale fluire della vitalità (vedi spalle ricurve, respirazione bloccata, collo irrigidito, petto chiuso, gambe e braccia flaccide, ecc.).

La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni è l'insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. I blocchi muscolari impediscono il libero scorrere dell'energia.

Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompe l'onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale, uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni.

Avere una respirazione corta, contratta o insufficiente è il principale motivo della perdita di piacere-vitalità.
Una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità.

Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre in lotta e si sforzi costantemente e faticosamente ad eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

Per recuperare questa vitalità, in Bioenergetica si riparte dal corpo, dalle radici profonde dell’essere umano fuori dagli orpelli e dalle sovrastrutture della mente. L’attenzione è dunque sul corpo che sente, reagisce e vibra e non solo sulla mente cognitiva pensante.

Spostando l’attenzione dall’alto (la testa) verso il basso (i piedi), il motto diventa: esprimere la mente con il corpo, partendo dal presupposto che ogni persona è il proprio corpo.

La terapia bioenergetica è un metodo che combina terapia corporea e psicoterapia verbale.

Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un’unità.

Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.

Con questo tipo di lavoro, che integra corpo e mente, le persone possono affrontare i propri disagi emotivi e realizzare in misura più ampia il proprio potenziale. Corpo e mente sono la stessa cosa, ciò che accade nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa.

Il corpo è la sede delle emozioni e delle sensazioni che entrano in rapporto diretto ed immediato con la realtà, senza pretesa di controllarla.

La Bioenergetica fa uso del corpo in terapia con lo scopo di rilasciare le tensioni accumulate e bloccate. Quando un conflitto o una sofferenza psichica colpisce la mente, colpisce anche il corpo che si contrae, rimpicciolisce e riduce la muscolatura, crea dei blocchi, manifesta sfoghi o reazioni, talvolta si accartoccia su sé stesso e si irrigidisce creando posture difensive che impediscono il normale fluire della vitalità (vedi spalle ricurve, respirazione bloccata, collo irrigidito, petto chiuso, gambe e braccia flaccide, ecc.).

La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni è l’insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. I blocchi muscolari impediscono il libero scorrere dell’energia.

Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompe l’onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale, uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni.

Avere una respirazione corta, contratta o insufficiente è il principale motivo della perdita di piacere-vitalità.
Una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità.

Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre in lotta e si sforzi costantemente e faticosamente ad eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

Per recuperare questa vitalità, in Bioenergetica si riparte dal corpo, dalle radici profonde dell’essere umano fuori dagli orpelli e dalle sovrastrutture della mente. L’attenzione è dunque sul corpo che sente, reagisce e vibra e non solo sulla mente cognitiva pensante.

Spostando l’attenzione dall’alto (la testa) verso il basso (i piedi), il motto diventa: esprimere la mente con il corpo, partendo dal presupposto che ogni persona è il proprio corpo.

Cenni di letteratura

La bioenergetica affonda le sue radici già nella visione teorica dell’uomo di Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi e che scoprì che alcuni sintomi, quali isteria e depressione, altro non erano che l'espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di paura, che la mente aveva rimosso.

Fu Wilhelm Reich, paziente e allievo di Freud, che proseguì il lavoro iniziato dal suo maestro introducendo nella psicoanalisi anche l'osservazione del corpo, come l'espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari.
Descrisse per primo il linguaggio del corpo.

A partire dal lavoro di Reich, fu Alexander Lowen, suo allievo, che successivamente portò avanti lo studio e sviluppò una forma di terapia, la bioenergetica, basata sul presupposto che ogni individuo disponga di una certa quantità di energia vitale essenziale per il controllo dei propri stati fisici e mentali.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica prevedono l'analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto, ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall'espressione corporea permette l'emergere di vissuti emotivi inconsci, consentendone quindi anche il recupero e l'elaborazione a livello mentale ed affettivo.

In entrambi i casi, comunque, il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell'organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

Bisogna quindi sottolineare che l'obiettivo primario è quello di ristabilire il libero movimento dell'energia del corpo, intervenendo in modo mirato sui blocchi energetico - emozionali presenti nel paziente, riscontrabili a tre livelli: psichico, emozionale e fisico.

La bioenergetica affonda le sue radici già nella visione teorica dell’uomo di Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi e che scoprì che alcuni sintomi, quali isteria e depressione, altro non erano che l’espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di paura, che la mente aveva rimosso.

Fu Wilhelm Reich, paziente e allievo di Freud, che proseguì il lavoro iniziato dal suo maestro introducendo nella psicoanalisi anche l’osservazione del corpo, come l’espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari.
Descrisse per primo il linguaggio del corpo.

A partire dal lavoro di Reich, fu Alexander Lowen, suo allievo, che successivamente portò avanti lo studio e sviluppò una forma di terapia, la bioenergetica, basata sul presupposto che ogni individuo disponga di una certa quantità di energia vitale essenziale per il controllo dei propri stati fisici e mentali.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica prevedono l’analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto, ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall’espressione corporea permette l’emergere di vissuti emotivi inconsci, consentendone quindi anche il recupero e l’elaborazione a livello mentale ed affettivo.

In entrambi i casi, comunque, il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell’organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

Bisogna quindi sottolineare che l’obiettivo primario è quello di ristabilire il libero movimento dell’energia del corpo, intervenendo in modo mirato sui blocchi energetico – emozionali presenti nel paziente, riscontrabili a tre livelli: psichico, emozionale e fisico.

Concetti di base

Il radicamento (grounding) è una delle innovazioni introdotte da Lowen che fa sì che il paziente possa lavorare non solo seduto o sdraiato ma anche in piedi.

Il grounding è il contatto energetico con la realtà, con il “qui ed ora”, con il proprio corpo, con la terra. Attraverso l’esperienza del grounding il paziente entra in un contatto più profondo con le proprie radici, con le emozioni più intime, viscerali, con la propria sessualità.

L'energia scorre liberamente verso quelle parti del corpo a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, gambe e piedi, pelle e organi sessuali.

Una persona ben radicata "ha i piedi per terra", cioè sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano. La posizione del grounding aiuta il paziente a comprendere la sua capacità a “stare in piedi” e stimola il lavoro sull’indipendenza, la maturità e l’autonomia dell’io.

I blocchi, la libertà e l’espressività delle emozioni profonde.
Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontri con il rifiuto, la disapprovazione, il giudizio, l'umiliazione, la punizione.

Impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo i muscoli coinvolti in queste espressioni emotive con tensioni croniche spesso inconsce.

I blocchi nella gola e nella mascella ci impediscono di piangere o di gridare ma anche di cantare o di urlare di gioia.

I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche il nostro desiderio di abbracciare.

I blocchi nel diaframma non solo ci impediscono di arrabbiarci e urlare, ma ci limitano anche il respirare e il sospirare.

I blocchi nel bacino ci difendono dall’altro minaccioso e dal senso di colpa e dalla vergogna, ma ci impediscono una sessualità appagante e vitale.

La contrattura dei muscoli delle gambe e dei piedi blocca la spinta alla ribellione, ma diminuisce anche la nostra capacità di stare in piedi e di essere indipendenti.

Il radicamento (grounding) è una delle innovazioni introdotte da Lowen che fa sì che il paziente possa lavorare non solo seduto o sdraiato ma anche in piedi.

Il grounding è il contatto energetico con la realtà, con il “qui ed ora”, con il proprio corpo, con la terra. Attraverso l’esperienza del grounding il paziente entra in un contatto più profondo con le proprie radici, con le emozioni più intime, viscerali, con la propria sessualità.

L’energia scorre liberamente verso quelle parti del corpo a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, gambe e piedi, pelle e organi sessuali.

Una persona ben radicata “ha i piedi per terra”, cioè sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano. La posizione del grounding aiuta il paziente a comprendere la sua capacità a “stare in piedi” e stimola il lavoro sull’indipendenza, la maturità e l’autonomia dell’io.

I blocchi, la libertà e l’espressività delle emozioni profonde.
Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontri con il rifiuto, la disapprovazione, il giudizio, l’umiliazione, la punizione.

Impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo i muscoli coinvolti in queste espressioni emotive con tensioni croniche spesso inconsce.

I blocchi nella gola e nella mascella ci impediscono di piangere o di gridare ma anche di cantare o di urlare di gioia.

I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche il nostro desiderio di abbracciare.

I blocchi nel diaframma non solo ci impediscono di arrabbiarci e urlare, ma ci limitano anche il respirare e il sospirare.

I blocchi nel bacino ci difendono dall’altro minaccioso e dal senso di colpa e dalla vergogna, ma ci impediscono una sessualità appagante e vitale.

La contrattura dei muscoli delle gambe e dei piedi blocca la spinta alla ribellione, ma diminuisce anche la nostra capacità di stare in piedi e di essere indipendenti.

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